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Lunedì 27 agosto Michelangelo Bartolo interverrà al Teatro di Verzura per presentare il suo libro “La Nostra Africa. Cronache di viaggio di un medico euroafricano” (Gangemi editore), il primo romanzo sulla storia del programma di cura dell’Aids in Africa denominato DREAM.
Il programma di cura a cui si fa riferimento nel libro è il programma DREAM (Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition) promosso dalla Comunità di Sant’Egidio.
Tutti i programmi di cura sono realizzati in collaborazione con le autorità sanitarie governative e il personale impiegato è esclusivamente personale locale. Il programma DREAM è oggi diffuso in Mozambico, Malawi, Tanzania, Kenya, Repubblica di Guinea, Guinea Bissau, Camerun, Congo RDC, Angola e Nigeria.
Attualmente sono in cura 180.000 persone di cui 28.000 minori di 15 anni; 17.200 bambini sono nati sani da madre HIV positiva; 1.100.000 le persone che, in modo diverso, hanno usufruito del programma DREAM; 1.400.000 visite mediche effettuate; 33 Centri DREAM attivi; 20 laboratori di biologia molecolare; 6 centri di telecardiologia; 18 corsi di formazione panafricani nei quali sono stati formati 5.700 professionisti africani. Per conoscere nel dettaglio i risultati raggiunti da DREAM sino ad oggi, scarica il report (aggiornato al maggio 2012).
L’autore del libro è tra gli ideatori e responsabili del programma. E’ opportuno sottolineare che il lavoro svolto dai membri della Comunità di Sant’Egidio in Africa è totalmente a titolo di volontariato.
MICHELANGELO BARTOLO, nato a Roma nel 1964, medico, angiologo. Dirige il reparto di telemedicina dell’Ospedale San Giovanni di Roma. È tra gli ideatori del programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio per la prevenzione e il trattamento dell’Aids e della malnutrizione in Africa. Dal 2001 ha compiuto decine di missioni in Paesi africani per aprire centri clinici di cura e servizi di telemedicina. È membro del comitato di redazione del periodico e-Health Care e di Telemeditalia.
Non è il solito romanzo sul duro lavoro di un medico in missione ma qualcosa di più. È un racconto scritto in prima persona che ripercorre i passi compiuti da uno dei protagonisti che ha realizzato con tenacia e perseveranza uno dei più importanti programmi di cura per combattere l’Aids in Africa. L’originalità di questo angiologo romano è nel raccontare un’Africa concreta, reale, con il suo fascino e la sua miseria, usando uno stile leggero e sempre con una vena ironica che rende la lettura estremamente piacevole, scorrevole, divertente, mai banale. È un diario di viaggio che inizia in Mozambico, attraversa la Tanzania e termina in Africania, paese simbolico e concreto insieme, specchio di un’Africa dalle tante contraddizioni. Con l’autore siamo condotti dalle grandi capitali africane a villaggi lontani, tutt’oggi sconosciuti perfino a “Google Earth” che divengono per noi luoghi straordinariamente familiari. Il libro di Bartolo è l’emblema di quello che può fare una persona normale quando è animato da un disegno umanitario. Un uomo pigro, capace di mangiare solo frutta perché non ha voglia di mettersi a cucinare ma che allo stesso tempo, insieme ad un pugno di suoi amici, ridona un futuro a migliaia di persone. L’autore, riga dopo riga, accumula fallimenti, dinieghi, dietrofront e talvolta rimane – e noi suoi lettori con lui – intrappolato in una tela vertiginosa di pastoie burocratiche. Eppure, proprio imparando a superare le “inutilità” di alcune richieste della burocrazia locale, si renderà sempre più utile e i risultati saranno sorprendenti: migliaia di uomini, donne, bambini che risorgono alla vita e che testimoniano che l’Aids non è più una condanna. L’esperienza di Michelangelo Bartolo interroga, appassiona, diverte, affascina ed arriva dritta fino al nostro cuore e alle nostre coscienze.
Questo non è solo un libro da leggere: è anche un libro da vivere. Michelangelo Bartolo, questo nuovo dottor Schweitzer, è un medico che ha scelto di essere anche un missionario in Africa. Non poteva riuscirci meglio. Questa è la sua prima testimonianza scritta con passione, vivacità, humour. Aspettiamo la seconda.
Roberto Gervaso
Ho visto quello che Michelangelo Bartolo ha fatto. Non è una missione, ma la volontà serena, semplice, consapevole, di coltivare l’amore e la vita. Se ho potuto dare qualcosa, è stato un breve sollievo. È molto di più quello che ho avuto.
E rileggerlo in queste pagine fresche e vere, rinnova ogni emozione e, da musicista, il ricordo dei suoni d’Africa e della sua meravigliosa musica.
Max Gazzè
Nel libro di Michelangelo Bartolo ho ritrovato atmosfere e sensazioni vissute nel mio ultimo viaggio in Africa per il mondiale del 2010. Più che per motivi calcistici quell’avventura sudafricana mi è rimasta nella mente e nel cuore per le visite a Soweto e in altri sobborghi di Johannesburg. Realtà che in confronto a quelle raccontate da Bartolo sembrano piccole oasi ma dove era impossibile non tifare per i diseredati che lottavano per sopravvivere alla miseria e all’Aids, così come non si può non tifare per il medico euroafricano.
Enrico Varriale
Non è un libro di viaggi ma è il viaggio che tutti dovremmo fare per vivere l’Africa di cui noi abbiamo bisogno. Bartolo ce la fa scoprire e vivere con allegria, mentre il progetto DREAM dà speranza e vita a chi ha l’Aids e crea ogni giorno risurrezioni. Tutto da leggere, soprattutto in tempi in cui ognuno è tentato di pensare solo a sé e non sa che la soluzione è fuori. Aria buona, pulita, intelligente, controcorrente.
Mario Marazziti
Quattro anni fa sono stata in Malawi e in Mozambico e attraverso queste pagine ho scoperto che i ricordi di questi viaggi sono ancora vividi, come se il tempo non fosse passato. È stata una delle esperienze più forti e toccanti della mia vita e Michelangelo era al mio fianco, guida preziosa e indispensabile. In questo libro ci sono luoghi e persone che mi sono rimasti dentro. In particolare un episodio è impresso nel mio cuore: la luce negli occhi di una mamma sieropositiva. Le avevano appena comunicato che il suo bimbo era nato sano.
Lorella Cuccarini
Questo di Michelangelo Bartolo è un libro che trasuda umanità. Nel gesto civile del medico che cura, assieme alle malattie di popoli vessati, le piaghe della nostra coscienza. Tra punte di disperazione e speranza, in queste pagine c’è tutta la luce unica e impressionante degli occhi dei bambini africani.
Walter Veltroni
l’Africa diventa “nostra” grazie a Michelangelo Bartolo: ha viaggiato per noi, curato per noi, guardato anche per noi gli occhi dei bambini. Per ritrovarli, per trovare noi stessi, leggiamo queste pagine: La nostra Africa.
Paola Saluzzi
Se penso alla “mia Africa” mi appare una piccola bocca nera e stanca che succhia da un grinzoso capezzolo nero di un seno nero già vuoto. Nella metafora di quel disperato continente, quella bocca insaziabile, che succhia fino a prosciugare, siamo noi.
Giobbe Covatta
Questo non è un libro sull’Africa, né sul progetto DREAM, il primo che cura i malati di Aids. Non è neanche “una storia”, come oggi si ama tanto dire. Piuttosto lo definirei un ritratto dell’empatia, quella che possiamo sforzarci di non vedere, ma che nessuna disillusione può spegnere.
Riccardo Cristiano
(24-08-2012)